Loading...

Il Merletto a Tombolo

  • image
  • image
  • image
descrizione

Il turista che, con la consueta curiosità indagatrice, si infila tra le viuzze e le stradine della cittadina, sicuramente si imbatterà, specie durante la stagione estiva, nelle donne offidane; donne di ogni età, sedute presso l'uscio di casa, tutte prese dal lavoro del merletto a tombolo. E' uno spettacolo osservarle mentre muovono con velocità sorprendente i fuselli, meglio noti come "cann'itt", in un intreccio di fili fissati da spilli. Il tombolo rigonfio di segatura, noto come "lu capzzal", e i fili sono indispensabili per comporre figurazioni di ogni tipo: il cantù offidano, il punto Venezia, il punto Rinascimento, ecc.... riproducenti soprattutto immagini di animali, fiori. Dall'abile intreccio nascono anche merletti - gioiello preziosi e raffinati.

Poesia alle merlettaie

Poesia "Le Merlettaie" di Vincenzo Maria Castelli composta per Radio Ancona nell'Agosto del 1950 e dedicata alle merlettaie di Offida. Testo completo della Poesia.

Non è possibile conoscere con certezza quando e come il merletto a tombolo fu introdotto in Offida.

Gli affreschi, i dipinti, i libri modellari, oltre ai dati storici pubblicati già dal 1500 e dal 1600, sono le fonti privilegiate da cui rintracciare le immagini e le notizie sulla produzione dei primi merletti offidani. Si può supporre che, sia il Maestro di Offida nella seconda metà del 1300, sia Simone De Magistris alla fine del 1500, si siano avvalsi di modelli di pizzi eseguiti in Offida, per riprodurli nelle loro opere. Il primo documento che fa cenno al merletto prodotto in Offida è datato 1511 ed è relativo ad un’offerta di pizzi da parte del Comune di Offida alla chiesa della Croce Santa, per soddisfare un voto fatto dalla cittadinanza, onde ottenere la fine della peste del 1507. Personalità religiose di origine offidana, affermate in campo nazionale, usavano il merletto prodotto in Offida per ornare i corredi sacri. Nella pinacoteca comunale si possono ammirare dipinti di questi religiosi offidani con indosso camici adornati da merletto. Nella chiesa di S.Agostino una porta, con la scena dell’Annunciazione, dipinta agli inizi del 1600 e restaurata di recente, mostra l’Angelo che indossa una tenue e trasparente veste ornata di prezioso merletto.

Nel 1600 la lavorazione del merletto non era più solo una fiorente attività artigianale, ma anche una fonte di sostentamento per le famiglie del luogo. La produzione aumentò e la lavorazione del merletto migliorò in qualità e raffinatezza così che il manufatto era ricercato ed esportato dai mercanti, come lo si può desumere da un atto di compravendita del 24 Maggio 1612, custodito nell’archivio notarile di Ascoli Piceno. Un più ampio utilizzo si ebbe nel 1700, quando la scomparsa delle grandi epidemie, lo sviluppo e la diffusione dell’industria tessile, le cognizioni igieniche ed il desiderio di uno stile di vita migliore, portarono alla diffusione dell’uso della biancheria intima, che poteva essere resa più elegante dall’applicazione del merletto. Furono in particolar modo le donne che seppero recepire questa nuova forma lavorativa, vedendo in essa un’ ulteriore fonte di guadagno, la possibilità di esprimere le loro capacità creative e la soddisfazione per un’ attività bella ed appagante, che potevano liberamente svolgere in casa o nelle vie del paese, in compagnia di amiche e vicine. È del 1728 una supplica al Papa Benedetto XIII° da parte dei comuni di Offida, Ripatransone e Montecchio, perché si vietasse l’introduzione dei merletti dal Veneto, ciò lascia supporre una fiorente produzione locale.

Negli archivi ecclesiastici della Collegiata Nuova è custodito, in qualità di reliquia, un pregevole camice ornato di pizzo a fuselli, indossato da San Gaspare del Bufalo, sacerdote romano, vissuto nel XVIII secolo.

Nella prima metà del 1800 è testimoniata la vendita di merletti al Conte Brancadoro di Fermo, ma il periodo di massimo splendore si verificò alla fine del secolo stesso. Fu nel 1900 che si ebbe una consacrazione del merletto locale nei mercati europei ed extraeuropei, raccogliendo sempre più consensi e premiazioni. Nel 1910 venne istituita la prima scuola di Merletto all’interno della scuola comunale, con lezioni tenute dall’insegnante Marina Marinucci. L’aumento turistico della riviera adriatica a partire dagli anni 50, le varie promozioni ed iniziative locali, hanno portato a definire Offida “la città del merletto a tombolo”. Fra le iniziative promozionali ad opera del Comune e delle altre associazioni che operano nel settore si ricordano: la mostra estiva del merletto dal 1969 al 1998, la creazione della Cooperativa Artigiana Merlettaie (Co.Ar.Me.), il Monumento alle Merlettaie (1986), il concorso” Il Fusello d’oro”.

Dal 1998 è stato costituito, nell’antico palazzo De Castellotti, il Museo del Merletto a tombolo, dove si possono ammirare lavori antichi e moderni, le diverse tipologie di lavorazione e le svariate possibilità di applicazione.

Dal 2009 è stato ottenuto il marchio di tutela che garantisce la qualità di un prodotto così prezioso.

Il marchio "Merletto a Tombolo di Offida" contraddistingue la produzione offidana di merletti artistici e tradizionali, a tutela della denominazione d’origine ed ai fini della difesa e della conservazione delle caratteristiche formali e produttive. Può essere utilizzato esclusivamente da parte dei produttori che siano iscritti al registro dei produttori offidani di merletti, appositamente istituito dal Comune di Offida.

Nel 2010 è stata inaugurata “Via del Merletto”, una via storicamente dedita alla lavorazione del merletto a tombolo, con l’istallazione di targhe e pannelli esplicativi.

Gli Strumenti

Il merletto si lavora su un tombolo (in dialetto “lu capzzal”), un cuscino imbottito, posto su un reggitombolo in legno chiamato prepenna.

Occorrono poi i fuselli in legno (in dialetto li “cannjtt”), gli spilli, il filo (lino, canapa, seta, cotone, uniti talvolta a fili d’argento e d’oro) ed il disegno del merletto che si andrà a realizzare, generalmente fatto su cartoncino rigido. Per alcuni lavori è necessario l’utilizzo di un uncinetto molto sottile ( in dialetto “l’aghitt”).

Dopo aver fissato il disegno sul tombolo, si avvolge il filo ad ogni coppia di fuselli, sempre nello stesso verso poi, una volta fermati con le spille i fuselli sul disegno, si può iniziare il lavoro che consiste in due movimenti: girare ed incrociare. Con questo procedimento si da’ luogo ai punti, con i quali si possono realizzare merletti leggeri e trasparenti, intessuti di volute, fogliami, frutti, fiori, stelle ed altri svariati motivi.

 

I diversi punti

Il merletto di Offida ha attualmente una catalogazione in quattro punti, basata sulla tipologia del disegno, sulla tecnica di lavorazione e sul numero dei fuselli utilizzati per eseguire il lavoro:

  • punto Nastrino: si presenta come un nastrino (stradina) lavorato a punto tela o mezzo punto legato con delle barrette (travette) a formare diversi motivi.
  • punto Antico: lavorazione con un numero variabile e considerevole di fuselli, anche centinaia. Si può dividere in: a filo continuo, a nastrino o stradina, figurativo.
  • punto Venezia: lavorazione con minimo 9 coppie di fuselli. Vengono realizzate viole, fiori, rose con rete esagonale.
  • punto “Rosalin” (rosalia): lavorazione con minimo 5 coppie di fuselli. È caratterizzato da rosette rotonde con inserti di rete.

IOffida_merletto.png