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Le Mura Castellane

SECOLI XII - XV

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descrizione

Così G. Allevi nel 1800 scriveva nel suo volume A zonzo per Offida.
"Alto, quadrato, imponente, all’angolo nord-est di Offida, si alzava un torrione costruito tra il secondo e il decimoterzo secolo, com’ebbi a leggere in una pietra adesso andata perduta. Lo girava in cima un ordine di caditoie, su cui poggiava un parapetto fieramente irto di merli guelfi che sporgeva un poco innanzi al fin di vedere e dominare la base delle mura e al vertice del triangolo assorge l’antico torrione che difende l’entrata della Terra".
Dunque l’Allevi sostiene che l’antica costruzione risale al sec. XII-XIII.
Da una piantina... (continua nei dettagli)



suggestiva immagine notturna delle Mura (Fotomagia)

Così G. Allevi nel 1800 scriveva nel suo volume A zonzo per Offida.

"Alto, quadrato, imponente, all’angolo nord-est di Offida, si alzava un torrione costruito tra il secondo e il decimoterzo secolo, com’ebbi a leggere in una pietra adesso andata perduta. Lo girava in cima un ordine di caditoie, su cui poggiava un parapetto fieramente irto di merli guelfi che sporgeva un poco innanzi al fin di vedere e dominare la base delle mura e al vertice del triangolo assorge l’antico torrione che difende l’entrata della Terra".

Dunque l’Allevi sostiene che l’antica costruzione risale al sec. XII-XIII.

Da una piantina disegnata nel 1694 dall’offidano F. Fabiani risulta chiaramente che la città era circondata ancora da mura di cinta.

La struttura militare, analoga a quelle contemporanee, era rappresentata da alti muraglioni intervallati da torri quadrate. All’angolo nord-est si delineava un torrione quadrato che rappresentava la porta principale del castello, alla quale, probabilmente, si accedeva attraverso un ponte levatoio. Altre due porte erano presenti, una a Nord-Ovest denominata di S. Giovanni, un’altra a Sud-Ovest detta della Fontana.

Ben poco è rimasto delle antiche mura Castellane che cingevano Offida. Il terremoto del 1943 contribuì a rovinare quanto ancora rimaneva delle mura cittadine ed in seguito anche il vecchio muraglione, presente nei pressi dell’attuale torrione principale, fu inopportunamente demolito e venne inserita una balaustra in travertino.



Disegno delle Mura in corrispondenza dell'Ex convento di San Francesco

Di sicuro sappiamo che, anticamente, tali mura erano cinte, dalla parte settentrionale, da un fossato pieno d’acqua, chiamato Carbonara, immesso a protezione del luogo ove, secondo lo Statuto dell’epoca (vedere Statuto di Offida del 1524), era proibito mettere a macerare il lino.

Notizie certe si riferiscono alla costruzione della nuova Rocca, quella che ancora è possibile ammirare e che fu costruita negli ultimi decenni del secolo XV.

Il progetto di tale opera è stato per diverso tempo attribuito a Giuliano da Sangallo (1445-1516) ma, da studi effettuati da Pietro Gianuizzi e pubblicati nell’Archivio Storico dell’Arte nel 1890 a Roma, è risultato che il progetto deve ritenersi opera dell’architetto fiorentino Baccio Pontelli (1450-1492), familiare e mazziere del papa Innocenzo VIII (1432-1492), del quale è ancora visibile uno stemma posto sull’alto della Rocca.

Tale opera fu fatta erigere, come già detto, dal papa Innocenzo VIII, in occasione dei continui scontri tra Ascolani ed Offidani.

L’Allevi ci dice che il lavoro del Pontelli consistette nel dare una forma circolare all’antico torrione che difendeva l’entrata della Terra di 0ffida con un solido rivestimento di mattoni per ottenere che i proiettili nemici sgusciassero più facilmente sui fianchi. Il Pontelli, in tale occasione, ebbe la qualifica di ingegnere generale e ricevette dal tesoriere della Provincia Niccolò Calcagni 25 fiorini al mese, a partire dal 23 Novembre 1487.

L’opera fu realizzata dal maestro Lucchini di Como e fu portata a termine nel 1494.

Il costo totale ammontò a 6.555 ducati. L’Arduini a tale proposito ci riferisce che il legato della Marca di Ancona “ripartì un carlino a fuoco (a famiglia) a tutti i luoghi della Marca per supplire alle spese mentre l’Allevi sostiene che il denaro fu ricavato dal pagamento delle pene di condanna effettuate nella Provincia della Marca.



Vecchia foto della Rocca (ora ristrutturata) sec. XII- XV

Risulta ancora che il papa Innocenzo VIII nominò, come revisori dei conti della fabbrica della Rocca, Marino da Montalto, notaio della Camera Apostolica (Per la Camera Apostolica, vedere Statuto di Offida, libro Il, cap. 2) e Antonio Genovese, commissario dello stesso Pontefice. Nel 1493 la Rocca fu munita, come ci riferisce sempre l’Allevi, di artiglieria per rendere inattaccabili i tre capisaldi della Rocca stessa.

Il lavoro fu affidato, il 29 Novembre 1492, da Raffaele Riario (1460-1527), cardinale di S. Giorgio, a Luigi Giovanni da Milano, fabbro, abitante in Osimo.

La tradizione sostiene che tale artiglieria, in seguito, fu tolta per guarnire i fortilizi della S. Casa di Loreto e, in seguito, finì nelle mani dei Francesi, durante l’occupazione napoleonica.

Si conservano ancora l’antico torrione che difendeva l’entrata della città, una torre quadrata ed ancora un altro torrione, di forma cilindrica, tutti del sec. XV.

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