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Santa Maria della Rocca

SECOLO XIV

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descrizione

Nell’anno 1039 Longino d’Azone, un signore di Offida di origine franca o tedesca, donava all’Abbazia di Farfa (che nelle Marche aveva il centro di riferimento a S. Vittoria in Matenano, nel Fermano) gran parte dei suoi possedimenti che si estendevano dal Tronto all’Aso, dal Polesio (Ascensione) all’Adriatico e con questi anche il castello di 0ffida e la chiesa di S. Maria della Rocca.
... (continua nei dettagli)



Santa Maria della Rocca

Nell’anno 1039 Longino d’Azone, un signore di Offida di origine franca o tedesca, donava all’Abbazia di Farfa (che nelle Marche aveva il centro di riferimento a S. Vittoria in Matenano, nel Fermano) gran parte dei suoi possedimenti che si estendevano dal Tronto all’Aso, dal Polesio (Ascensione) all’Adriatico e con questi anche il castello di 0ffida e la chiesa di S. Maria della Rocca.

Offida diventò possedimento dei monaci benedettini intorno al 1047, dopo che l’abate di Farfa, Berardo I, ebbe sistemato con il vescovo di Ascoli, conte Urbano, le donazioni di Farfa.

La chiesuola di S. Maria venne parzialmente demolita quando i monaci pensarono di edificare la chiesa attuale e ciò accadde, come da epigrafe presente in un angolo del muro esterno della chiesa, nell’anno 1330.

La nuova chiesa prevedeva una maggiore larghezza rispetto a quella esistente; quindi tra i vecchi muri e quelli nuovi furono ricavati due spazi, uno dei quali fu destinato a cimitero.

Tale chiesa prevedeva anche una maggiore lunghezza rispetto alla chiesa esistente.

Costruirono un cenobio, appoggiandolo alla chiesa dal lato di mezzogiorno.

Tale lavoro, così sostiene l’architetto offidano Vincenzo Petrocchi, autore di uno studio sull’argomento, risulta con chiarezza in quanto a ridosso del muro della chiesa si evidenzia, sotto i finestroni, una fila sporgente di mattoni.

Ciò sarebbe avvalorato anche dalla piantina prospettica di Ferdinando Fabiani, offidano, elaborata nel 1694.

Tale cenobio era costituito, con molta probabilità, da un piano terra adibito a portico-chiostro e da un primo piano riservato alle celle.

Al centro del chiostro era presente, come si può vedere, un pozzo, Il cenobio fu ampliato ad Est con la costruzione della nuova sagrestia.



Portale della cripta

Tracce di intonaco, fino a qualche tempo fa visibili, dimostrerebbero tali modifiche, evidenti nella parte Est della torre e nella corrispondente zona Sud dell’abside.

Ciò sarebbe anche avvalorato dalla presenza di una porta, attualmente murata, situata a fianco della cappella di destra. Tre ingressi immettevano nel vano della cripta; due si trovavano a Sud ed erano riservati ai monaci ed uno a Nord, riservato ai fedeli. Nel sec. XVI, forse per ridurre a cimitero tutto il sotterraneo dopo la pestilenza del 1511, fu completato il piano superiore della chiesa e fu tolta ogni comunicazione con il piano inferiore.

Attualmente la comunicazione fra i due piani è assicurata da una scala a chiocciola interna.

Sempre nel sec. XVI, i cittadini di Offida si resero conto che, per il bene della Comunità, sarebbe stato meglio avere un priore offidano piuttosto che uno forestiero, a tale proposito i rappresentanti del popolo offidano, per mezzo dell’abate conte feudatario di Farfa, cardinale Ranuccio Farnese, chiesero ed ottennero nel 1562 la soppressione dei monaci farfensi di S. Maria.

In conseguenza di ciò fu creato un collegio canonicale composto da diciotto (18) sacerdoti fra monaci e preti e si stabilì che il priore dovesse essere un monaco di 0ffida.

Nel 1735 la parte superiore della chiesa subì altri mutamenti per ordine del vescovo di Ascoli, monsignor Paolo Tommaso Marana (vescovo daI 1728 al 1755).

Verso la fine del diciottesimo secolo fu demolito l’annesso monastero e parte del materiale fu utilizzato per la costruzione della nuova Collegiata (i lavori iniziarono nel 1785).



Santa Maria della Rocca

Agli inizi del sec. XX fu costruita, addossata al campanile, l’attuale abitazione da destinare al personale di custodia della chiesa. 1117 Aprile 1887 veniva elaborato un primo progetto per un muro di sostegno da erigersi nel lato Nord della rupe su cui poggia la chiesa.

Nel 1891 la chiesa passava in proprietà al Comune. Nel 1893 il Ministero dei LL. PP., con nota 21 Marzo, incaricava l’Ufficio Regionale dei Monumenti di Ancona, di redigere un nuovo progetto per il consolidamento del tempio, per un importo di L. 6.202,28. Considerata l’eccessiva spesa il progetto fu ridotto e si eresse un muro solo nella parte Nord della rupe. I lavori furono eseguiti sotto la direzione dell’ing. Cesare Micheli.

Nuovi danni si ebbero sul finire dell’anno 1896 a causa delle precipitazioni piovose e si resero necessari quindi ulteriori lavori di consolidamento che furono effettuati neI 1914 e nel 1927, con la sostituzione delle capriate e il restauro del tetto. In una nota del 28 Giugno 1940 il podestà di Offida chiedeva di prolungare in altezza il muro di sostegno nella parte superiore della rupe rivolta a Nord.

Con il terremoto del 1943 il monumento subì gravi danni, come il crollo della parte superiore del campanile, che venne ricostruito, successivamente, più basso però di quello preesistente. Nel 1946 furono portati a compimento i lavori di consolidamento della rupe. Negli anni 1972-73, durante i lavori di scavo all’interno della chiesa di S. Maria della Rocca, furono rinvenute due lastre di piombo con scritte sepolcrali del sec. Xl che si riferiscono a Wburga e Retrude, rispettivamente figlia e moglie di Longino d’Azone.

Tali lastre sono tutt’oggi depositate presso la Sovrintentenza ai Monumenti di Ancona.

Gli ultimi lavori di restauro degli affreschi, di rifacimento del tetto con strutture in legno uguali a quelle esistenti, di sistemazione della cripta e di pavimentazione sono recenti, e si sono svolti a partire dal 1974.

La riapertura del tempio al pubblico è avvenuta il 2 giugno 1986.

Cripta e piano superiore



Scorcio della cripta

La chiesa si erge su un dirupo ad Ovest di 0ffida con un campanile a pianta quadrata, terminante a cuspide piramidale ottagonale.

È un tempio romanico-gotico in laterizio, rigato da eleganti lesene di travertino e decorato, alla sommità, con una doppia fila di archetti trilobati.

Attraverso una gradinata chiusa tra due ali di muro, si accede alla cripta che presenta un portale in travertino scolpito a fogliame (sec. XIV), a tortiglioni ed animali.

Varcata la porta del sotto tempio ci si immette in un emiciclo poligonale (abside centrale) alla cui volta servono da fulcro quattro colonne in laterizio di stile lombardo con capitelli smussati agli angoli e decorati da ovali sorreggenti arcate a sesto acuto e a tutto sesto. Nell’abside centrale si evidenziano dipinti attribuiti al Maestro di Offida (sec. XIV-XV): "lo sposalizio mistico di S. Caterina", a sinistra; "S. Cristo foro", "la Madonna con Bambino e due angeli", a destra. Sempre a destra è posta un’antica urna cinerana in travertino che ora serve come pila per acqua-santa. In entrambi i lati dell’emiciclo ci sono due cappelle poligone divise a spicchi da costoloni che da terra salgono ad incontrarsi al centro della volta.

Sull’altare della cappella-abside di sinistra poggia un lastrone di arenaria, percorso superiormente da un cataletto, si pensa che tale pietra sia appartenuta ad un altare pagano e il canaletto sia servito per fare defluire, entro la coppa del sacerdote, il sangue delle vittime. In tale cappella si trovano altre pitture del Maestro di Offida: "S. Caterina d’Alessandria, l’Annunciazione".

Ancora sulla parete a sinistra nei pressi della cappella, altri dipinti dello stesso autore: "La Madonna del Latte, S. Ludovico da Tolosa, S. Onofrio e S. Stefano" e infine, del Maestro Ugolino di Vanne da Milano (sec. XIV-XV): "La Vergine col figlio e S. Antonio" del 1423.



Cripta: cappella di destra

Nella cappella-abside di destra, altri dipinti del Maestro di Offida: "Le storie di S. Lucia", "Crocifissione", "lncoronazione della Vergine", "La Madonna della Misericordia e S. Giovanni Evangelista".

Altre quattro colonne e due pilastri dividono emiciclo e cappelle dalla rimanente cripta.

Si salgono tre gradini in laterizio e ci si immette in quella che era la chiesa originaria.

Essa è divisa in tre parti da due file di colonne e due di semi-colonne addossate ai muri. Le colonne sono tutte in laterizio, tranne una che è un tronco di colonna in travertino. Le basi delle colonne sono anch’esse in laterizio, fatta eccezione per una che è in travertino.

Sul muro perimetrale Sud, si notano tre piccole finestrine strombate ad arco a tutto sesto ed una porta di accesso. Sul lato Nord vi sono una sola finestrella ed una tomba ricavata nella muratura.

La pavimentazione, in cotto, è stata eseguita di recente (1986). Andando verso Ovest e oltrepassando il muro della chiesuola, ci troviamo in un vano diviso in quattro parti da tre file di colonne, In fondo, a destra, una scaletta a chiocciola immette nella chiesa Superiore che si presenta a croce latina, con transetto appena pronunciato ad una sola navata, con capriiate a vista.

Le pareti laterali sono nude e interrotte sul lato Sud da tre finestroni oblunghi, due aperti e uno murato.

Il finestrone che si affaccia sul lato Sud del transetto è stato riaperto di recente. Nella parete e nell’ambone, a destra, altre opere del Maestro di 0ffida.

Rispettivamente "La Sepoltura di Gesù" e "La Crocifissione". Nella parete di sinistra un’opera pittorica di Frà Marino Angeli da S. Vittoria (sec. XV), raffigurante "La Madonna del latte con S. Sebastiano" In fondo si apre l’abside illuminata da due finestre oblunghe e corsa dal basso verso l’alto da costoloni che si incontrano al sommo della volta.

Nel catino dell’abside maggiore un’opera del Maestro Ugolino di Vanne da Milano raffigurante "Sette Pro feti, otto Sante Vergini, dieci Angeli musici".

Nella zona inferiore sinistra dell’abside maggiore un frammento di affresco votivo, commissionato dal condottiero affidano Baldassarre Baroncelli, datato 23 Nov. 1423.

Nella zona inferiore, al centro dell’abside maggiore, "Fuga in Egitto" del Maestro di Offida. Sulla parete Nord, a mezza altezza, vi è un ambone, ove è sistemata una statua lignea del XVI sec. rappresentante "S.Benedetto da Norcia".

AlI’ambone si accede attraverso una scaletta ricavata nello spessore del muro. Sul lato opposto si erge un altro ambone che, anticamente, conteneva una cantoria in legno con organo. In fondo, a destra di chi entra, è sistemato il fonte battesimale nel quale fu battezzato il beato Bernardo di 0ffida.



Interno della Ciesa superiore

Al piano superiore della chiesa si accede anche da una scala esterna in laterizio. La facciata principale, lato Ovest, è divisa verticalmente in tre parti da lesene con un portale in laterizio sorretto da pilastrini in travertino. Il portale è sovrastato da un bellissimo rosone in legno di quercia.

Si è ritenuto opportuno ritornare con più attenzione sulle pitture ed affreschi presenti in S. Maria della Rocca per fornire notizie anche sugli autori e gli artisti.

In Offida, come in altri centri delle Marche, hanno operato i monaci farfensi.

Nel sec. Xl diversi erano i Centri (Prepositure) Farfensi: S. Vittoria in Matenano, S. Maria a piè di Chienti (Montecosaro­MC), S. Maria della Rocca (Offida).

L’Abbazia di Farfa, infatti, aveva una dimensione "giuridica" molto estesa che comprendeva castelli, monasteri e chiese.

A ciò si aggiunga la donazione, nel 1039, di Longino d’Azone che aveva esteso di gran lunga i possessi farfensi. Tra le donazioni anche il castello di Offida, con l’annessa chiesa. In seguito il papa Urbano IV (fine sec. Xll-1264), con una bolla del 23 Febbraio 1261, concedeva all’Abbazia di Farfa anche il privilegio di Diocesi "nullius" (cioè governo di nessun vescovo, unicamente dipendente dal papa).

Tutto questo fino alla seconda metà del sec. XVI. È proprio durante il maggiore splendore dell’operato dei monaci farfensi, nel 1300 e nel 1400, che veniamo a conoscenza di personaggi, artisti, decoratori che hanno operato per dare grande splendore alle chiese ristrutturate ed in costruzione.

Basti pensare alle dimensioni artistiche e monumentali già citate: S. Vittoria, S. Maria a piè di Chienti, S. Maria della Rocca.

Tra gli artisti che operano in 0ffida sono da menzionare:

Il Maestro di Offida

Il Maestro Ugolino di Vanne da Milano

Frà Marino Angeli da S. Vittoria.

A tale riguardo ci siamo serviti di studi effettuati sull’argomento da G. Crocetti e raccolti in "Pittori del quattrocento nelle chiese far fensi delle Marche", pubblicati nel volume "Aspetti e problemi del Monachesimo nelle Marche" (1982).

 

IL MAESTRO DI OFFIDA



Dipinti del Maestro di Offida presso la Chiesa di Santa Maria della Rocca:
a sinistra Storie di S.Caterina d'Alessandria sec. XV - Cripta abside di sinistra
Destra Madonna con il Bambino e due Angeli secolo XV -Cripta

Con tale nome si vuole indicare la produzione di un artista la cui dimensione pittorica può essere ricostruita attraverso alcuni caratteri individuabili e ricorrenti in varie opere pittoriche sparse in diverse località delle Marche, tra le quali la principale è sicuramente Offida, databili nel periodo tra il 1300 e il 1400.

Ebbene a tale riguardo così si esprime il Crocetti:

"Caratteristica inconfondibile dei suoi dipinti è il modo singolare con cui disegna i raggi delle aureole: que­sti sono distribuiti con regolare scansione radiale, come nell’arte di Giotto, ma in tutte le aureole sono tracciati in scansione ascensionale, specialmente quelli della zona inferiore. È una tecnica spiccatamente personale, equivalente ad una firma".

Le opere attribuite a tale Maestro e presenti in S. Maria della Rocca ed altrove, sempre in Offida, sarebbero le seguenti:

Opere eseguite nella seconda metà del 1300:

Fuga in Egitto (chiesa superiore); Crocifissione (ambone di destra-chiesa superiore); Sepoltura di Gesùi (parete destra-chiesa superiore).

Opere eseguite verso la fine del 1300:

Le storie di S. Lucia, vergine e martire; Crocifissione; Incoronazione della Vergine; la Madonna della Misericordia e S. Giovanni Evangelista (cappella — abside di destra — nella cripta). Sull’arco di tale cappella-abside è presente L’Annunciazione. Le storie di S. Caterina d’Alessandria; l’Annunciazione (cappella-abside di sinistra- nella cripta). La Madonna del latte; S. Ludovico da Tolosa; S. Onofrio e S. Stefano (parete sinistra, accanto alla cappella - nella cripta).

Lo sposalizio mistico di S. Caterina; S. Cristoforo; la Madonna con il Bambino e due Angeli (vestibolo della cripta).

Dipinti eseguiti agli inizi del 1400, riferibili anche ad aiuti:

Annunciazione con S. Caterina e committenti, datata "Sub anno Domini MCCCCX (1410)"; la Processione di Vergini e Martiri dalle vesti bianche (interno del monastero delle Benedettine).

La critica recente ha cercato anche di fornire indicazioni circa la formazione artistica del Maestro di Offida.

Secondo tali indicazioni il Maestro di Offida sarebbe stato un monaco che, dopo una formazione artistica derivante dalla scuola napoletana, sarebbe venuto a contatto con il pittore Andrea da Bologna.

Avrebbe pertanto operato, ai primi del sec. XV, nella chiesa di S. Maria a piè di Chienti (MC) e, ancora, in S. Maria della Rocca ad 0ffida.

 

IL MAESTRO UGOLINO DI VANNE da Milano



Dipinti del Maestro Ugolino di Vanne da Milano presso la Chiesa di S. Maria della Rocca:
a sinistra La Vergine col figlio e S.Antonio Abate del 1423
Destra Volta con i sette profeti, dieci Angeli musici e otto Sante Vergini sec. XV.

La data di nascita, tra il 1360 e il 1365.

Sembra essersi formato alla scuola degli allievi e continuatori di Andrea da Bologna e sembra che abbia assimilato anche altre influenze dovute al contatto con diversi pittori durante la sua permanenza nelle Marche. "I suoi affreschi tardo-gotici si distinguono per elevatezza di tono e dignitosa presentazione dei personaggi.

Il Maestro Ugolino è un artista raffinato e colto; le sue opere appaiono gradevoli, anche per il senso soffuso di umorismo che vi in fonde, animando le varie fonti espressive di persone, animali e cose" (G. Crocetti e A. Rossi "Il maestra della Petrella" Urbino - 1970).

La sua presenza nelle Marche, come si diceva, è notevole. Attorno al 1420 opera a Montelparo, Montecosaro (MC), Fermo, S. Vittoria in Matenano. Attorno al 1423 opera anche in Offida nella chiesa di S. Maria della Rocca.

Nella cripta della chiesa, sulla parete sinistra, troviamo "La Vergine con il figlio e S. Antonio abate", datato 1423.

Nella zona inferiore sinistra dell’abside maggiore, su ordinazione di Baldassarre Baroncelli, offidano, un frammento di affresco votivo, con datazione 23 Nov. 1423.

Ancora, nel catino dell’abside maggiore "Sette Profeti, otto Sante Vergini, dieci Angeli musici".

Si notano elementi ornamentali che, come ci riferisce sempre il Crocetti, si ripetono anche a S. Maria a piè di Chienti (MC). Infatti sono riportati disegni di foglie di acanto stilizzate. (ved. arco trionfale dell’abside di S. Maria a piè di Chienti e calotta dell’abside centrale di S. Maria della Rocca).

 

FRA MARINO ANGELI da S. Vittoria



Dipinto raffigurante la Madonna del latte con San Sebastiano sito nella Chiesa di S. Maria della Rocca.

Le notizie biografiche riguardanti il monaco-pittore sono presenti presso l’Archivio Capitolare di S. Vittoria.

Nasce a S. Vittoria attorno al 1400, muore attorno al 1462.

Non si esclude la conoscenza personale del Maestro Ugolino di Vanne da Milano.

Che abbia svolto un periodo di apprendistato col Maestro Ugolino ce lo fa supporre quel modo di disegnare la naturale cadenza di pieghe e volute nelle vesti e nei manti che si riscontra mettendo a confronto il dipinto del Maestro Ugolino nella cripta di Offida, con le figure di ‘S. Antonio, e S. Marone di Fra Marino Angeli, nel Polittico di Col­lina (Fermo).

Il pittore ha assimilato altre tecniche a contatto con la scuola umbra. Come conclusione, si può affermare che abbia preso un po’ da tutti i buoni pittori del suo tempo, ma senza copiare; che non sia andato alla ricerca di novità, anzi sembra attardarsi su uno stile passato di moda; lo preferisce perché, solo in esso, sa esprimere, al meglio, la sua personalità e sensibilità di artista squisitamente religioso).

Opera eseguita nella parete di sinistra presso la chiesa superiore di S. Maria della Rocca: "La Madonna del Latte con S. Sebastiano.

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